Inter, mercato tra proclami e contraddizioni
Il mercato estivo dell’Inter si chiude con più ombre che luci. A fronte di dichiarazioni ambiziose, la società ha prodotto una campagna acquisti segnata da grossi punti interrogativi, cambi di strategia e scelte difficili da giustificare. Sebbene il mercato sia stato concluso a giugno, in pratica, c’era spazio a bilancio per fare operazioni davvero grosse. Non budget, come hanno detto in molti, ma squad cost ratio. E l’Inter poteva permettersi altri due colpi di prospettiva. Sia chiaro, se ci sono i soldi non vuol dire per forza che debbano essere spesi tutti, ma l’Inter meritava un colpo grosso post finale Champions, soprattutto perché è stata finalista Champions. E invece…
Spacconeria di luglio
Fino al 18 luglio i dirigenti avevano alimentato aspettative con promesse precise: “Lookman entro tre giorni”, “i rinforzi a Chivu durante la preparazione”. A distanza di settimane, nessuna di queste previsioni si è avverata, lasciando spazio a un evidente scollamento tra dichiarazioni e realtà operativa.
Il difensore che non arriva
Lo scorso anno la società aveva liquidato la questione come “prematura”. Quest’anno il centrale difensivo era stato definito essenziale. Ad agosto inoltrato, però, l’Inter si affida ancora a De Vrij e Acerbi come coppia titolare: una fotografia che non lascia spazio a interpretazioni. Sei difensori e ben sette centrocampisti.
Né Kone né Lookman: i 45 milioni senza destinazione
Sul fronte offensivo restano le domande: i 45 milioni disponibili non si sono trasformati in alcun acquisto. Né Kone né Lookman, ma neppure alternative concrete. Possibile che in un panorama globale non si sia individuato un profilo adatto? La sensazione è quella di un mercato vincolato a pochi nomi e incapace di guardare oltre.
E qui si innesta la retorica delle cosiddette occasioni. I giornali hanno parlato di Koné e Lookman come “occasioni”, seguendo una moda ormai diffusa anche sui social. Ma cosa significa davvero occasione? Per qualcuno è il prezzo, per altri la conoscenza della Serie A, per altri ancora una situazione contrattuale favorevole. Ma 45/50 milioni per un 28enne non possono essere considerati un’occasione. Occasione è quando acquisti qualcosa a un prezzo più basso rispetto al suo valore di mercato, come negli sconti: lo stesso prodotto costa meno in un posto rispetto a un altro. Con 45/50 milioni a disposizione e migliaia di calciatori in Europa, le alternative non mancano.
Le cessioni non sfruttate
Asllani e Zalewski sono già stati sacrificati, Taremi è prossimo all’addio. Operazioni che avrebbero dovuto aprire spazio a un innesto di peso. Invece la società ha temporeggiato, perdendo il momento giusto e trovandosi oggi priva sia di alternative in attacco che di certezze in difesa.
Cambio di linea a Ferragosto
Il 15 agosto ha segnato un improvviso cambio di rotta: da mercato di prospettiva a correzioni d’emergenza (vedi Diouf). Un’inversione che certifica la mancanza di pianificazione e che lascia dubbi sulla reale coerenza delle scelte societarie.
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