Atalanta-Inter 2-1

Gasperini può gioire (ancora una volta…). I suoi nerazzurri vincono una gara ben giocata e sostanzialmente sempre sotto controllo. I nostri nerazzurri al contrario confermano i timori della vigilia: la vittoria con gli inglesi è stata più frutto della casualità che di altro. Terza sconfitta consecutiva ed ennesima prestazione mediocre e sconfortante. Non c’è molto altro da aggiungere. Appellarsi alla sfortuna o ad errori arbitrali sarebbe fuorviante. Manca il gioco, manca la testa, manca l’intelligenza e la serenità in mezzo al campo.

C’è ormai una buona fetta di tifosi che punta il dito contro l’allenatore olandese. Certamente non mancano le sue responsabilità, ma siamo certi che sostituirlo con uno dei nomi ad oggi in circolazione, possa risolvere d’incanto i nostri problemi? Sono anni ormai che si cambiano allenatori, più o meno accreditati, si acquistano giocatori, giovani o esperti e nulla è cambiato. L’ultimo arrivato, subentrante per altro, cosa poteva mai stravolgere a campionato praticamente iniziato? E’ evidente che colpe e responsabilità sono tante e condivise tra allenatore, società e giocatori, ripetutamente cambiati in pochi anni, tra l’altro. La verità dunque dove potrebbe essere? Non è dato saperlo. Quello che i tifosi vedono è una squadra che gioca (?) male e senza intensità e continuità, una società più o meno assente se non quando bisogna far proclami e un allenatore che sembra non trovare la quadra. Certo non è lui a scalciare da dietro l’avversario in area di rigore a pochi minuti dalla fine, questo pure va detto. Non farà giocare Gabigol, ma su questo non mi sento di buttargli la croce addosso; con i giocatori a disposizione ha provato a dare un suo credo di gioco alla squadra, ma se i giocatori in campo camminano e vanno ognuno per i fatti loro…

Con l’Atalanta nessuna sorpresa. Una squadra quadrata, con tanta voglia di vincere e giocare contro una accozzaglia di giocatori, più forti sulla carta che in mezzo al campo, almeno a vederli, che va a fiammate e sembra spesso accontentarsi del minimo indispensabile, subendo poi la rimonta degli avversari e tutto questo oramai in modo sistematico. Non c’è tifoso interista, credo, che, obiettivamente, pur sperando sempre in un miracoloso cambiamento, non sappia ormai come possano andare le cose in una giornata qualsiasi del campionato nerazzurro.

Ripensando ai proclami pre-campionato c’è da sorridere amaramente: Campions League, secondo posto, scudetto… la spocchia e l’indifferenza verso una competizione come l’Europa League considerata indegna del blasone; si è finiti a fare figuracce in ogni dove in giro per l’Europa e in campionato a cinque punti dalla terz’ultima e dieci dalla prima. Un capitano (ahimè) che litiga con la curva per la sua “autobiografia” e l’ennesimo allenatore da mandare al macero. Il silenzio della società e gli errori nel gestire i vari episodi citati e non, sono poi l’apice della sconsolazione.

Non troverete un rigo in più sulla partita, ormai ho finito le parole per descrivere e ripetere sempre le stesse cose a proposito di sconfortanti prestazioni. Resta solo la speranza che all’improvviso, senza una ragione specifica (quale potrebbe mai essere…), la squadra diventi tale e cominci a giocare a calcio. Poi che si vinca o si perda, si arrivi primi o noni, poco avrebbe importanza. Sarebbe già tanto poter vedere una partita con la speranza di poterla vincere senza patemi d’animo e con carattere, scacciando per l’ennesimo campionato i fantasmi di una lotta per non retrocedere… altro che scudetto e Champions League….

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