Inter-Spal 2-0

Dopo la sosta, gatta ci cova. I nerazzurri però non perdono il ritmo, non mollano e tengono duro. La Spal è ben messa in campo, gioca bene e non ci sta a fare lo sparring partner. I ferraresi al loro ritorno a S. Siro dopo quasi un lustro ci tengono a fare bella figura e hanno al seguito una nutrita schiera di tifosi che si fanno sentire. La banda Spalletti invece continua a tenere alta la guardia, rischia poco, non si disunisce e per lunghi tratti tiene la gestione della partita.

Una vittoria di belle speranze insomma, un gioco con ancora ampi margini di miglioramento, ma senza particolari battute d’arresto.

Icardi va ancora a segno anche se su calcio di rigore concesso grazie all’utilizzo della VAR, inutile perchè il fallo su Joao Mario era evidente, ma fino all’anno scorso molto probabilmente sarebbe stato fischiato fuori area. Skriniar fa una partita da primo della classe e sfiora il gol clamoroso da 35 metri, la traversa sta ancora tremando. Perisic, per festeggiare il rinnovo di contratto, mai operazione fu più benedetta, segna invece il suo gol clamoroso e chiude una gara rimasta comunque in bilico fino alla fine. Onore alla Spal e applausi per Spalletti, ancora una volta regista poco occulto di una squadra in ripresa e di sicuro, lo ripetiamo, migliore acquisto del mercato estivo.

Il mister schiera D’Ambrosio e Dalbert sulle fasce, il primo autore dell’assist per Perisic e di una buona prestazione in entrambe le fasi, il secondo ancora acerbo e bisognoso di maggiore confidenza con gli schemi e la tattica della squadra e del campionato italiano. Al centro della difesa Miranda e Skriniar. Il brasiliano fa il suo lavoro, ma può contare su un compagno di reparto più che affidabile e a tutto campo. Handanovic a porta non si deve preoccupare quasi mai. A centrocampo Gagliardini si riprende la sua stima e lotta su ogni pallone con la dovuta cattiveria e intelligenza; Borja Valero smista palloni a ripetizione, a volte quasi una presenza eterea, ma c’è e oramai le chiavi del centrocampo nerazzurro sono sue; Joao Mario infine continua il suo processo di crescita negli schemi del mister e continua a dare soddisfazioni: per lui un futuro roseo, se non cala l’attenzione. In attacco grande lavoro per Icardi che attira su di sè la difesa biancoblu e lascia spazio a un Perisic indiavolato. Meno pungente e come al solito tanti cross sbagliati per Candreva. Dalla panchina subentrano Vecino, Eder e Brozovic per far rifiatare negli ultimi minuti i nerazzurri più spompati.

Una delle prerogative che saltano agli occhi di questa nuova Inter, oltre la ricerca continua del possesso palla e della gestione delle aree di campo, è la ricerca del tiro da fuori area. Una banalità, ma per chi negli ultimi anni ha seguito con attenzione l’involuzione interista, una banalità di cui si era perso il sapore, da più parti invocata e quasi mai realizzata. Ancora una volta, si percepisce la mano dell’allenatore, rimasto afono a fine partita, proprio per tenere alta la concentrazione e seguire passo passo i movimenti di tutta la squadra. Sarà anche per il mister grande soddisfazione quando si arriverà a vedere gli automatismi in campo. Per ora bene così: punteggio pieno, gioco soddisfacente e rendimento in campo abbastanza costante. Ciò nonostante, mai abbassare la guardia.

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