Juventus-Inter 0-0

Il derby d’Italia finisce quindi a reti inviolate. Una partita sostanzialmente brutta e a tratti noiosa, specie per chi non era “emotivamente” coinvolto. I commenti post gara tendono a ridimensionare, ovviamente, da subito, la squadra nerazzurra, arrivata a Torino pompata dai mass media come la vera grande pretendente allo scudetto e bla bla bla. Il pari e le poche occasioni da gol tutte di marca bianconera, sostanzialmemte, dovrebbero dunque sminuire non solo le aspirazioni interiste, ma anche la squadra in sé, secondo i più. È anche vero che nessun tifoso nerazzurro avrebbe firmato prima per il pari: pregustare una vittoria all’Allianz Stadium è pur sempre un piacere.

Lo zero a zero finale ha dunque sicuramente lasciato l’amaro in bocca, la prestazione sottotono di alcuni Big non è certo da esaltare o commemorare, ma siamo sicuri che sia stato tutto così negativo?

Spalletti mette dentro Brozovic con Borja Valero, Santon e D’Ambrosio sugli esterni bassi, Perisic e Candreva alti e Icardi al centro dell’attacco: in pratica cambia poco e niente rispetto al solito. Vecino è lì al centro a fare, come al solito, da frangiflutti con licenza di offendere e al centro della difesa torna Miranda al fianco di Skriniar. Partiamo bene, ma col passare dei minuti i padroni di casa ci imbrigliano nella fase d’attacco e riescono a pungere. Handanovic tra primo e secondo tempo è determinante in almeno tre occasioni, in pratica tutte quelle concesse ai bianconeri e poi non succede più nulla. Icardi prova a tirare a porta praticamente solo una volta, colpendo il braccio di Benatia, ma non è rigore. Higuain viene reso inoffensivo, molto più pericolosi Cuadrado e Mandzukic. L’arbitro ammonisce un paio di nerazzurri forse con eccessivo rigore e va segnalata una traversa dei padroni di casa, per dovere di cronaca insomma. I cambi non invertono l’inerzia della gara: Dalbert rileva un Santon acciaccato e in difficoltà a tenere la sua corsia, Eder fa rifiatare Icardi e Gagliardini entra per mantenere il punto in cassaforte.

Candreva e Perisic, Icardi per conseguenza, stasera sono tra i peggiori in campo. Non riescono mai a fare il loro gioco e l’unico dubbio che resta è su quanto siano stati bravi gli avversari e quanto loro sottotono. Va detto però che un calo ci può anche stare, non necessariamente si può pensare che siano divenuti brocchi all’improvviso. Il resto della squadra ha giocato una partita arcigna, attenta, precisa, senza paura, incapace purtroppo di finalizzare in fase d’attacco e dunque dalle armi spuntate praticamente.

Tirando le somme: dopo 44 gare consecutive a segno, la Juventus resta per la prima volta a secco; l’inter mantiene, a due lunghezze, la vetta della classifica, in attesa del Napoli; Spalletti dopo 16 partite può ancora parlare di imbattibilità e preoccuparsi dei pareggi che non sono diventate vittorie; in casa della squadra da battere non abbiamo sfigurato e abbiamo raccolto quello che a inizio campionato, sarebbe stato considerato il massimo possibile. Stando dunque con i piedi per terra, siamo sicuri che sia stata una gara così negativa? Potevamo fare meglio, potevamo fare di più, potevamo essere più incisivi, ma potevamo anche giocare per due risultati e alla fine, alle strette, è andata bene così. Altro punto guadagnato. È chiaro, lo dico per i più “romantici”, che non siamo ancora una squadra che può asfaltare chiunque e sempre, ma siamo in crescita e, ripeto, va bene così. Verrà il giorno in cui potremo fare ancora meglio e in scioltezza, le premesse ci sono, bisogna avere pazienza.

Pensiamo al Pordenone, simpatici, sbruffoni, da non sottovalutare. Piedi a terra, per arrivare lontano bisogna lottare senza tregua (cit.), sempre. Non saremo la squadra più forte o sempre la più bella da vedere, ma ce ne vuole per farci secchi e ora lo sanno tutti.

Amala.

 

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