Il percorso degli Azzurri di Roberto Mancini in Nations League


Sono trascorsi 3 anni dalla disfatta della Nazionale di calcio dello spareggio Italia-Svezia, terminato con l’esclusione del Mondiale di Russia 2018. Una sconfitta, quella patita dalla Nazionale di Ventura che ancora brucia per come è arrivata, ma di cui fortunatamente il movimento calcistico si è tirato fuori. Il merito è principalmente di un tecnico esperto e capace come Roberto Mancini, il quale nel giro di un anno è stato in grado di creare un gruppo affiatato e motivato.

La situazione attuale per il movimento calcistico italiano

A discapito di una serie A dove oggi oltre il 65% dei giocatori è straniero, il tecnico azzurro ha saputo individuare le pedine fondamentali su cui costituire un gruppo potenzialmente vincente, ma sicuramente competitivo. A parte la Nations League che costituisce un banco di prova importante, Mancini punta ai prossimi Europei e fatto più importante ad arrivare pronti per i prossimi mondiali, i primi che verranno disputati non durante il periodo estivo, in Qatar nel 2022. Un evento che sembrava distante, ma che oggi ci appare sempre più prossimo. In mezzo bisogna fare una riflessione anche sullo stato delle cose dei club italiani, con risultati che fanno ben sperare.

La dimensione ormai internazionale di squadre come Atalanta, Inter e Napoli, che assieme alla Juventus costituiscono una costante per le competizioni di Champions ed Europa League. Competizione che si arricchisce di significato per quanto riguarda l’argomento bookmaker con quote e pronostici di 888 blog con informazioni dettagliate su tutti gli eventi calcistici da non perdere nel corso di questa lunga stagione in corso. Ora, se è vero che l’ultimo trionfo di un club italiano risale alla stagione 2010-2011 con l’Inter di Benitez, bisogna anche ricordare come durante la scorsa stagione l’Inter abbia sfiorato l’impresa contro il più esperto Siviglia, mentre Napoli e Atalanta hanno giocato alla pari contro PSG, Barcellona e Liverpool.

Un dato incoraggiante che unito alle ultime finali disputate dalla Juventus di Allegri, ci mostra come il movimento calcistico italiano di club e della Nazionale abbia ripreso la giusta collocazione, in termini di storia, tradizione e blasone. Manca a questo punto solo una vittoria, cioè l’ultimo tassello, dopo quella accarezzata durante gli Europei del 2012 quando alla guida di un buon gruppo c’era quel Cesare Prandelli che in tanti hanno rimpianto durante la gestione Ventura.

Da Conte a Mancini, la nostra Nazionale è tornata a competere con le big d’Europa

Proprio Antonio Conte aveva mostrato che sì, si può fare e si può giocare alla pari contro formazioni come Spagna, Belgio e Germania. Non può essere nemmeno un caso se in serie A, fatta esclusione per la Roma, allenata dall’ottimo tecnico portoghese Paulo Fonseca, tutti i maggiori club abbiano come tecnico proprio un italiano. Da Gattuso a Conte, da Gasperini a Inzaghi, fino alla new entry di Andrea Pirlo alla Juventus, passando per Stefano Pioli e Filippo Inzaghi. C’è stato un ritorno alle cose fatte bene e a quell’idea di calcio che ci aveva regalato emozioni e prestigio in termini internazionali e mondiali. Spesso si citano tecnici come Marcello Lippi o lo stesso Arrigo Sacchi, ma a ben vedere il percorso di Roberto Mancini, parte proprio da qui, da questa identità di gioco e di idea di calcio che ha reso importa e prestigioso il nostro sport nel mondo. La conferma della Nations League dove si può giocare alla pari con Polonia e Olanda ne è la conferma che stavamo da tempo aspettando. I risultati prima o poi arriveranno, mentre l’identità e un’idea di calcio offensivo e propositivo c’è già.

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