Marotta: “I tanti gol? Colpa degli stadi vuoti”


Ospite questa mattina al Festival Glocal 2020, organizzato da VareseNews, l’Amministratore Delegato dell’Inter Giuseppe Marotta si è concentrato sull’impatto economico della pandemia sulla gestione delle società sportive. “Inizialmente abbiamo affrontato il tema con ignoranza, senza sapere noi club a cosa andavamo incontro. Ci siamo organizzati sotto ogni aspetto del lavoro quotidiano, dai tamponi alla squadra, allo smart working per i dipendenti. Tutto organizzato per il bene delle loro famiglie”. 

“Oggi stiamo subendo un condizionamento – ha poi spiegato poi Marotta – da un tampone all’altro ci si può ritrovare un gruppo di giocatori disponibili o no. La grande difficoltà degli allenatori è gestire la programmazione della partita e la pianificazione degli allenamenti. Dal punto di vista sportivo siamo in grande difficoltà. Per questo penso che deve essere centralizzata tutta la Serie A così da non creare situazioni diverse tra le squadre”. 

Molti over

“Un altro aspetto negativo del Covid è l’essere costretti a giocare in cattedrali nel deserto. Questi stadi da 70.000 persone, come San Siro, senza spettatori. Questo ha portato al fatto che i giocatori, e alcuni me l’hanno riconosciuto, non hanno quella concentrazione e quella pressione che è legata alla presenza del pubblico. Il pubblico porta vantaggi quando ti stimola, ti sorregge e fa il dodicesimo uomo in campo. Ma ti costringe anche a quella attenzione, a quella pressione che è venuta meno. E per questo assistiamo a partite che finiscono 4-3, 5-4, 2-3. Non è legato solo a una visione del calcio, dal punto di vista tattico, con i nuovi allenatori che sono molto più offensivi. Ma vediamo anche gol che, con stadi pieni, non vedremmo”.

Il discorso Nazionali

“Il mio intervento di qualche giorno fa non era privare le selezioni di giocatori, il problema è valutare la situazione all’interno di una stagione anomala, in un calendario molto compresso. Bisogna valutare meglio le situazioni dei singoli atleti con un colloquio proficuo tra club e nazionali, ma anche la riduzione di tornei che non hanno rilevanza. Capisco l’importanza di Europei e Mondiali, ma cerchiamo di limitare alcune partite che hanno poco valore”.

Crisi economica in Serie A

“Se la situazione era già critica all’inizio,oggi devastante: siamo davanti a un default. Si calcola che la Serie A produca 4 miiliardi di euro e in un anno normale il deficit era di circa 700 milioni. Nel 2020 andiamo verso il 50 per cento. Gli sponsor hanno iniziato a ridurre gli investimenti pubblicitari portando una contrazione e un contenzioso con le aziende per circa il 20 per cento del fatturato. In ultimo le entrate del broadcasting: c’è un contenzioso ancora aperto tra Sky Sport e la Lega Calcio per quanto prevede l’ultimo campionato”

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