La pandemia globale causata dal Covid 19 ha ridotto al minimo il contante spendibile per gli acquisti. Così anche l’Inter ha rinunciato a compiere qualunque opera di rafforzamento della rosa. Fatto più unico che raro per una società che a gennaio tende a battere almeno un colpo.
L’ultima volta che i nerazzurri si sono limitati a osservare risale alla stagione 2008/2009, la prima di Mourinho. In quel caso le motivazioni non erano di contingenze economiche bensì il non voler toccare un gruppo che in Italia non aveva rivali. Non a caso infatti l’anno successivo arrivò allo storico Triplete. Anzi, la voce cessioni fece registrate uscite eccellenti con Quaresma al Chelsea e il ritorno di Adriano al Flamengo.
Dodici anni, dunque, di continui aggiustamenti in corsa, interrotti soltanto dal diktat cinese di non spendere un euro in più di quanto incassato e dalle vicende societarie. Zero incassi equivale infatti a zero spese.
Non a caso, Conte ha dovuto rinunciare al sogno Dzeko poiché la società non poteva aumentare il budget degli stipendi e ha dovuto, obtorto collo, cedere alle pressioni mediatiche nel provare Eriksen nei panni di vertice basso.
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