Le due anime dell’Inter: quella cinese è un caos, l’italiana la tiene a galla

Antonio Conte è riuscito a mettere l’Inter sul binario giusto e nemmeno la possibile uscita anche dalla Coppa Italia sembra poter fare deragliare il treno nerazzurro.

“I problemi veri sono in società o meglio ancora nella proprietà – scrive Il Giornale – che all’improvviso, vuoi per la crisi causata dal Covid vuoi per lo stop agl’investimenti imposto dal governo cinese, s’è resa conto di non poter fronteggiare le esigenze economiche del calcio europeo di alto livello. Mercato bloccato, stipendi pagati in ritardo o non pagati del tutto, annunci e smentite che si inseguono e contraddicono, un po’ come i loghi del club, che sembrano dover cambiare a ogni pagina del calendario. Così, per non rischiare di lasciare l’Inter nelle mani di Goldman Sachs con cui si è indebitata, Suning potrebbe dover accettare l’offerta di Bc Partners, l’unica finora ricevuta, per quanto di circa 200/250 milioni inferiore rispetto al miliardo di euro voluto. La trattativa non è morta.
Mai come nel caso dell’Inter c’è grande differenza tra proprietà (tutta cinese) e società (tutta italiana, almeno per la parte operativa).

L’anima italiana dell’Inter

E qui la fatica non è solo di Conte, ma anche di Marotta, Antonello e dei loro collaboratori: far sì che club e squadra viaggino su due piani differenti, evitando che la crisi dell’uno possa nuocere al rendimento dell’altra”.

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