Ruben Sosa: “Non ho mai smesso di essere interista. Lo Scudetto? Farà bene alla serie A”

Ruben Sosa, folletto interista per tre stagioni dal 1992 al 1995, dall’Uruguay parla a La Gazzetta dello Sport dell’Inter che sta correndo verso la conquista dello Scudetto.
“Quando sarà matematico, lo Scudetto mi darà una gioia enorme. Non ho mai smesso di essere interista, perché quei tre anni mi sono rimasti nel cuore: voglio questo Scudetto per me e per tutta quella gente che gridava il mio nome. Le partite dell’Inter? Le ho viste tutte, non me ne perdo mezza, a meno che non stia allenando nella mia scuola calcio. Mi piace pure il nuovo logo del club ed è un bene per tutti che ci sia una nuova regina in A”.

In che senso?
“Il calcio italiano è stato sempre equilibrato, mentre questi nove anni non hanno aiutato la percezione esterna. Lo Scudetto dell’Inter può migliorare la considerazione che hanno tutti del vostro campionato”.

Cosa l’ha colpita allora della capolista?
“Il tecnico ha capito che cosa è davvero l’Inter ed è entrato nella testa dei giocatori: ha faticato il primo anno, anche per le condizioni esterne, ma negli ultimi mesi ha trovato un equilibrio quasi perfetto. E al di là di quello che si possa pensare, questa è una squadra che gioca a calcio molto bene”.

Ma che ricordi ha di Conte avversario in campo?
“Stagione 1992-93, 21 marzo, Juve-Inter 0-2, gol di Ruben Sosa e Shalimov. Se rivedete la mia rete, prima di tirare di sinistro faccio una finta a Conte che ci casca… Chissà se ricorda ancora quell’azione, ma è stato un grande centrocampista. Un simbolo della Juventus. Il passaggio all’Inter? Ha compreso che l’ambiente a Milano è differente, ha dimostrato intelligenza e professionalità per adattarsi. Non so se nel suo cuore tifi ancora Juve, ma è riuscito a batterla ed è quello che conta”.

Lukaku?
“E’ un centravanti totale: non perde una palla. E Lautaro sa come sfruttare la fisicità del compagno. Sono fatti per giocare insieme: rendono più uniti che separati”.

Lautaro è già un top europeo?
“A un sudamericano serve sempre un po’ per adattarsi al calcio europeo. Se quest’ anno Martinez è diventato grande, l’anno prossimo diventerà grandissimo. Esploderà definitivamente perché ha tutto. Quando leggevo della sua voglia di andare al Barcellona, pensavo tra me e me: “Ma dove vai? Stai bene dove stai!”. L’Inter non vale meno, è una delle migliori squadre europee: con quella maglia addosso gli altri proveranno sempre rispetto”.

C’è futuro nell’Inter per Vecino?
“La squadra è ormai strutturato, ma Vecino è un centrocampista completo che porta anche gol utili come sanno a Milano. Dopo un infortunio come il suo, purtroppo, devi faticare il triplo per tornare, ma di una cosa sono sicuro: è un giocatore da Inter, uno dei nostri”.

Gli ex compagni…
“Parliamo sempre in un gruppo WhatsApp. Poi quando vengo a Milano vedo sempre Zenga, Bergomi, Fontolan e ovviamente Nicolino Berti”.

Il ricordo più bello in maglia Inter?
“Una vittoria contro il Parma a San Siro con mia tripletta: uno di testa e due punizioni. Se parliamo di alegría, quella è stata una delle più grandi”.
(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)

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