Materazzi: “Scudetto strameritato: ora Juve scansati!”


“Un aggettivo per questo Scudetto? Bello. Intanto perché spodestiamo la Juve, cui facciamo tanti complimenti per gli anni passati, ma che ora si deve scansare. Lo Scudetto dell’Inter è strameritato”. Così Marco Materazzi a La Gazzetta dello Sport.

La svolta con la vittoria sulla Juve?
“No. Loro sono venuti a San Siro e non sembravano nemmeno una squadra. Poi hanno avuto attimi in cui sembravano tornati, ma quella sera non c’è stata partita. Credo che la gara chiave sia stato il derby. Dopo il sorpasso nella gara con la Lazio, il Milan poteva tornare in testa, invece è finito a -4. E se credi di essere il re di Milano (riferimento a Ibra, ndr.), stare sotto non è bello… Poco prima di Natale ero stato deriso per aver detto che il panettone in vetta lo avrebbe mangiato Conte. Anche lì, mi sbagliavo di poco…”.

Proprio Conte, che lo aveva avviato nel 2012, chiude il ciclo della Juve portando al trionfo l’Inter.
“Credo che Conte come essere umano sarà sempre juventino e non bisogna farsi problemi a dirlo. Ma ha dimostrato di essere un super professionista e come tifoso Inter lo ringrazio molto. E penso che, se è sanguigno come dimostra, per lui la goduria sia totale”.

Crede che il tecnico sia stato più bravo a isolare la squadra dai problemi societari o a gestire un gruppo in cui a lungo hanno giocato gli stessi?
“Conte è un martello, lo ha dimostrato ovunque è andato. E credo che sia un bene che all’Inter abbia vinto al secondo anno e non al primo, come con Juve e Chelsea. Perché se vinci subito i giocatori, anche inconsciamente, possono stancarsi di essere martellati. Invece qui si è davvero fortificato il rapporto. Ora c’è tutto per dire la nostra anche in Europa”.

Mercato: si accontenterebbe di Emerson, De Paul e Muriel?
“Ottimi giocatori. Adoro De Paul, ha tutto: tecnica, corsa, garra, tiro. Ma un conto è giocare nell’Udinese, un altro in Champions. Anche Muriel è super, ma ha mai giocato trenta gare da titolare con continuità di rendimento? Poi è chiaro che con la pandemia tutto si complica. Ma l’Inter può giocarsela anche con questa rosa, anche se ci sarebbero squadre più attrezzate”.

Rinnoverebbe il contratto a Conte?
“Non è mai una bella cosa avere un solo anno di contratto. Però bisogna essere contenti in due. La certezza è che se resta, l’Inter la può fare da padrone per 4-5 anni. Perché Conte ha costruito una macchina”.

Anche al tempo dei suoi successi, a fianco dell’allenatore c’era Lele Oriali. Solo un caso?
“Oltre all’enorme esperienza, Lele ha il grande merito di dire le cose in faccia. Dentro a un gruppo, questa cosa serve molto”.

Veniamo al campo. Quale giocatore l’ha emozionata di più e quale è stato più decisivo?
“Barella il più emozionante, ma anche decisivo. Nicolò mi rende orgoglioso non soltanto perché indossa la maglia col ‘mio’ 23, ma anche per come entra in campo. Gioca ogni pallone come se fosse l’ultimo della sua vita. Credo che un tifoso non possa chiedere di più. Anche la LuLa però è stata decisiva. Che intesa tra Lukaku e Lautaro!”.

Ci sta un parallelo tra Conte e Mourinho e tra qualche giocatore di allora e di adesso?
“I due allenatori leggono le partite in modo diverso. Uno le leggeva in modo opposto all’altro. Quante volte uno ha inserito due punte anche se stava vincendo? Con Mou succedeva spesso, con Conte mai. Va col tridente solo quando è disperato e deve rimontare, come contro Fiorentina o Torino. Mou era più coraggioso, più imprevedibile. Invece sono simili Hakimi e Maicon per la loro prepotenza in attacco”.
(FONTE: GAZZETTA.IT)

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