Marotta: “Spero che Conte rimanga. Il calcio va verso un nuovo modello”


L’Amminsitratore Delegato Giuseppe Marotta ha commentato a Radio Anch’io Sport dello Scudetto appena conquistato dall’Inter. “E’ tutt’ora una grandissima soddisfazione per un’impresa storica. Condivido il termine opera d’arte usato da Antonio Conte. Dietro c’è una grande cultura del lavoro”.

Qual’è stata la svolta?

“La crescita è stata costante sin dalla stagione passata. L’anno scorso abbiamo chiuso con un punto dietro alla Juve e con una finale di Europa League. Conte è riuscito ad inculcare quei principi per arrivare al successo”.

Più difficile gestire Conte o le altre squadre?

“Ormai ho tanti esperienza in questo settore. Un allenatore vincente ha sempre nel dna un aspetto spigoloso e bisogna essere così. Conte è un vincente, ma non abbiamo avuto assolutamente nessun problema. E’ una persona che dice quello che pensa ed è qualcosa di positivo”.

Quante probabilità ci sono che Conte rimanga?

“Spero che rimanga. Con lui abbiamo iniziato un ciclo. Sappiamo che siamo iun un momento difficile per tutti gli sport e per l’economia generale. C’è una contrazione di ricavi dovuti alla pandemia e a perderci sono i grandi club. La spesa sul calciomercato sarà inevitabilmente ridotta. Faremo confronti legittimi, giusti, che saranno sicuramente fatti anche negli altri club. Ci siederemo con Antonio, con la proprietà che ci indicherà le linee guida. C’è ottimismo”.

Le riconferme saranno i migliori acquisti?

“Non voglio anticipare le linee guida, che ancora non conosco. Siamo in un momento particolare. Oggi noi grandi club siamo in grande difficoltà. Serve trovare un nuovo modello. Credo che, oltre all’aspetto economico, ci sono altre situazioni professionali che svolgono un lavoro altrettanto importante”.

Arriverà il nuovo socio?

“La proprietà sta lavorando per il bene dell’Inter. L’obiettivo è un nuovo socio per far confluire soldi nelle case del club. Non dimentichiamo che fino ad oggi la proprietà ha investito circa 700 milioni. Da questo punto di vista meritano già grande rispetto. Anche le grandi aziende devono fare considerazioni diverse rispetto al passato recente”.

La squadra è ad immagine e somiglianza del proprio allenatore.

“E’ giusto che sia così. Ogni allenatore modella la squadra a seconda della sua filosofia. Conte ha una filosofia particolare ma vincente. Ho sentito dire che l’Inter ha vinto per demerito degli altri. Purtroppo le statistiche dicono tutt’altro. L’Inter può chiudere il campionato a 94 punti”.

Che differenza c’è con lo scudetto vinto alla Juventus?

“Alla Juventus c’erano meno difficoltà. C’era una proprietà presente da decenni, cosa che mancava all’Inter. L’obiettivo all’Inter era creare stabilità che è sinonimo di continuità. Con Conte, con Ausilio e con Oriali abbiamo lavorato su questo”.

L’anno prossimo vincerà chi saprà risparmiare meglio o chi ha più creatività?

“Spendere non è sinonimo di vincere, serve sempre una grande competenza umana. Un esempio virtuoso nel nostro campionato è l’Atalanta che ormai da tempo viaggia ad altissimi livelli. L’obiettivo del management è ottenere il giusto mix tra il risultato finanziario e quello sportivo. In questo momento è giusto e doveroso ridurre i costi, in particolare gli stipendi che nel calcio di oggi sono proibitivi”.

Pensate ad un nuovo portiere da mettere di fianco ad Handanovic?

“La programmazione prevede interventi all’interno della squadra. Handanovic è il nostro capitano ma dobbiamo vedere anche quella che piò essere l’Inter del futuro, cercando di avere la squadra più forte possibile”.

Il progetto Super Lega è definitivamente tramontato?

“Il progetto Super Lega è nato dalla pressione dei proprietari dei 12 club proprio perché il modello vigente nel calcio oggi non è più sostenibile. Purtroppo il calcio va verso un nuovo tipo di business. Il calcio va rivisto e rimodellato o rischia il default”.

Sogna la seconda stella o una finale di Champions?

“La seconda stella è affascinante, essere protagonisti di quel momento sarebbe il massimo. Resta nella sfera di romanticismo. La Champions è quel trofeo che in Italia manca da tanto tempo. Quest’anno tra le prime sono arrivate le società con il fatturato più grande. Il potere economico non è tutto però aiuta a vincere. Bisognerà avere la massima capacità di valorizzare tutte le risorse”.

C’è un piano B nel caso di partenza di Conte?

“No, c’è solo un piano A. Mi auguro che Conte resti. C’è un grandissimo feeling tra lui, la dirigenza, la squadra, i tifosi. Ci sono tutti i componenti per continuare a crescere e toglierci altre soddisfazioni”.

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