Il conduttore televisivo e noto tifoso interista, Amadeus, si è espresso sulla partita di domani che vedrà opposti i nerazzurri alla Roma di José Mourinho: si tratta del primo incrocio ufficiale tra il portoghese e il club che condusse al Triplete nel 2010. “Mio figlio si chiama José ed è felice del suo nome. Quando abbiamo fatto il Triplete aveva un anno, poi ha visto tutte le partite registrate. Avevo deciso di chiamarlo José in un viaggio aereo da Lisbona, incrociai Mourinho che aveva appena firmato con l’Inter. Avvertii il carisma, la personalità, il fascino. Giovanna era incinta e le dissi: “Se è maschio si chiamerà José”. Alla fine ha ceduto…”.
Vederlo sulla panchina di un’altra squadra italiana, ovviamente, è strano: “Non è facile da digerire, mi fa effetto solo a pensarci, ma è comprensibile. È un professionista, ma un pezzo del suo cuore sarà sempre nerazzurro, come nel nostro c’è sempre un posto per lui. Cosa ha rappresentato per me? Anni indimenticabili. Avevamo una squadra fortissima e con lui in prima linea, pronto a lottare, ci sentivamo protetti da ogni avversità. Era innamorato dell’Inter: non l’ha solo allenata, l’ha sposata. È come quando un conduttore lascia un programma, se l’ha amato rimane una traccia per sempre”.
Poi un proposito per la gara di ritorno a Milano: “Domani guarderò la partita in tv, al ritorno voglio andare a San Siro per festeggiarlo così come i tifosi laziali hanno applaudito Inzaghi, oggi allenatore perfetto per l’Inter. Sono talmente legato a Mourinho che ogni settimana mi informo anche sul risultato della Roma…”.
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