“Il bond costa all’Inter ogni anno come l’acquisto di un ottimo giocatore”: parola ai dati

Siamo stati tra i primi, in tempi non sospetti, a parlarvi della situazione economico-finanziaria dell’Inter. Quello che i dati ci confermano, è che i debiti dell’Inter ammontano a quasi 800 mln e gli interessi sui prestiti, ad ora, a 35 mln, 6 mln per i 75 mln da Oaktree all’8% e 29 mln dal bond, ad un tasso del 6,75%.

Bond, il punto della situazione:

Eravamo rimasti con l’Inter che doveva rifinanziare il bond da 415 mln in scadenza a dicembre 2022. Ebbene, è stato riposizionato, rinnovando la scadenza nel 2027. Tuttavia, fra il declassamento di Fitch, l’inflazione e il rialzo dei tassi Fed – come riportato da Bloomberg -, il tasso è passato dal 4,7% al 6,7%, gravando sui conti Inter per ben 29 mln annui. In pratica, per dirla con le parole dell’esperto de Il Sole 24 Ore Carlo Festail bond Inter costa ogni anno quanto l’acquisto di un ottimo giocatore“. E possiamo anche aggiungere i 6 mln che l’Inter ha dato di commissioni alla banca Goldman Sachs.

Oaktree ha in mano le quote di Suning

Per quanto riguarda, invece, il prestito di Oaktree di 75 mln dei 275 pattuiti, il tasso è stato dell’8%. E anche qui sono stati sborsati 6 mln di interessi. Tuttavia, c’è da fare un distinguo. Mentre il bond riguarda l’Inter, il prestito di Oaktree riguarda la controllante e più da vicino la famiglia Zhang. Perché allora preoccuparsene? Perché il fondo Oaktree ha in pegno le quote di maggioranza di Suning, che se non riuscisse a ripagare il debito (tasso complessivo al 10% per un totale di 360 mln) non sarebbe più proprietario dell’Inter.

Il prestito di Oaktree, ricordiamolo, è un finanziamento  Payment in Kid (PIK): nn prestito che non prevede il pagamento di interessi durante la vita del titolo. Nel caso dell’Inter, 3 anni. Il tasso è del 10%, a doppia cifra, considerato alto.  “Il rischio implicito dell’operazione è che alla scadenza i risultati raggiunti della società non permettano di pagare interamente e nell’unica soluzione prevista il forte debito accumulato nei confronti dei detentori dei PIK bond” (fonte: borsaitaliana.it).

Quali conseguenze per l’Inter?

Come detto: se ogni anno il bond costa 29 mln di interessi, la pandemia ha bloccato in parte i ricavi dagli sponsor cinesi, gli introiti da stadio (almeno 50 mln) sono pressoché dimezzati, è difficile fare mercato e tenere il passo con le altre squadre. Che, è giusto ribadirlo, non stanno facendo più dell’Inter, anzi. D’altra parte i nerazzurri hanno puntellato con gli sponsor di maglia e di manica e cercando di raddoppiare per i prossimi anni la sponsorizzazione con Nike, avvicinandosi a 30 mln.

La strada per l’Inter è tracciata: autofinanziamento (che avviene da due anni ed è il modello anche di altri club) e player trading (comprare solo se si vende) o giocatori in prestito o a parametri zero. Per questo, abbiamo un management all’altezza: Marotta, Ausilio, Antonello. Ma quanto può durare? Non tutte le ciambelle escono col buco.

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