Il calo di Barella simbolo della crisi nerazzurra: il piano di Inzaghi per rilanciarlo


Nicolò Barella sta attraversando probabilmente il momento più difficile da quando veste la maglia nerazzurra. Il centrocampista sardo, sin dal 2019, non solo è stato praticamente sempre in campo, ma è costantemente spiccato come uno dei migliori sul rettangolo di gioco. Le tre partite negative inanellate contro Sassuolo, Genoa e Milan in Coppa Italia, per questo motivo, fanno sicuramente notizia. La Gazzetta dello Sport analizza così il suo calo.

“Un totale da quasi 10 mila minuti con l’Inter, polmoni svuotati e testa sempre connessa: che abbia un passaggio a vuoto è quasi fisiologico, che l’Inter invece in organico non abbia un alter ego in grado di concedere riposo a Nicolò è invece un peccato originale che pure era stato individuato, ma che non è stato corretto nel mercato di gennaio”. Non è un caso, infatti, che si parli con insistenza di Davide Frattesi come rinforzo di centrocampo nerazzurro per la prossima estate, ma in questo momento la priorità di tutti – ad Appiano Gentile – è ovviamente quella di rivitalizzare e rilanciare Barella, fondamentale per uscire dal tunnel collettivo ed affrontare la volata finale in Serie A e Coppa Italia. “Nel derby con il Milan è stato spento come mai gli era capitato nella storia nerazzurra. Immaginare un riposo domani contro la Salernitana, però, diventa complicato, anche per via della squalifica che in ogni caso lo spingerà al forfait in Champions martedì a Liverpool”.

Fra Inter e Nazionale…

“Barella corre mediamente meno rispetto alle due stagioni con Antonio Conte, circa mezzo chilometro di differenza. Il numero va però interpretato, perché se il ruolo ricoperto è identico, differenti a tratti sono le funzioni ricoperte, con il centrocampista meno lanciato in contropiede e più attento alla copertura di Brozovic quest’anno, rispetto al passato. Piuttosto, la cifra che impressiona è quella relativa alle partite saltate rispetto al totale di quelle in cui è stato disponibile, ovvero al netto di squalifiche e infortuni. Ecco: nel 2019-20 solo un match mancato per scelta tecnica, in quel periodo di ripresa del campionato dove si giocava praticamente ogni tre giorni e neppure Superman le avrebbe giocate tutte. Nel torneo scorso, siamo al bis: un’altra sola partita e indovinate quale? L’ultima di campionato, quella della festa scudetto, buona solo per le statistiche e i coriandoli. E con Inzaghi stessa musica: una gara saltata per squalifica, solo un’altra (contro lo Spezia) vissuta interamente in panchina. Negli ultimi tre anni, ovvero da quando veste il nerazzurro, è il quarto giocatore di movimento più impiegato della squadra. Di più, altro materiale per ingrossare il faldone: la scorsa estate, invece di andare al mare, Barella ha macinato chilometri fino a metà luglio per un Europeo da conquistare”.

Il piano di rilancio

Simone Inzaghi è cosciente del fatto che le fortune della sua squadra non possono prescindere dal ritorno al miglior Barella, anima e volto dell’Inter nelle ultime stagioni. “Come se ne esce? Con un lavoro atletico dedicato, cosa che lo staff di Inzaghi sta già affrontando. Con una gestione delle forze più oculata da parte dell’allenatore: se a Barella è impossibile rinunciare dall’inizio, visto il rendimento delle seconde linee, è pensabile almeno risparmiargli minuti qua e là, quando la partita e il risultato lo consentono. Il resto diventa… circumnavigare il problema. Sperando che Vidal dia segni di vita anche in campo e non solo sui social, dove si dimostra molto attivo contro chi osa – chissà perché – criticarlo. O che Vecino torni utile almeno per qualche spezzone di gara. Un avviso per il futuro: un vice Barella è una necessità tecnica di prim’ordine. Farebbe bene all’Inter. E benissimo pure a Nicolò“.

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