Inter, il prestito di Oaktree è del 12%. In pegno anche le quote di LionRock

Dall’ultima volta in cui ci eravamo addentrati nei meandri dei conti della società sono cambiate un po’ di cose: dal punto di vista sportivo, infatti, l’Inter si trova a lottare per due competizioni, lo scudetto e la Coppa Italia. Sul lato economico, tuttavia, la questione rimane spinosa. Nuovi dossier di Calcio&Finanza hanno evidenziato delle problematiche.

Il prestito di Oaktree, di cui vi abbiamo già parlato, non ammonta a 275 mln (75 già incassati ad un tasso dell’8%), bensì a 292 mln (non si sa ancora quanti siano serviti in questo esercizio) ad un tasso strozzino del 12%. Ricordiamo che il prestito di Oaktree è un finanziamento Payment in Kid (PIK), ovvero un prestito che non prevede il pagamento di interessi durante la vita del titolo. Ma, alla scadenza (tre anni nel caso dell’Inter), la società dovrebbe sborsarli in un solo esercizio (105 mln circa).

Nel dettaglio, secondo quanto emerge dai documenti ufficiali di cui Calcio e Finanza ha preso visione, il finanziamento ha garantito 292,12 milioni con tasso di interesse al 12% a Grand Tower Sarl, una delle holding tramite cui Suning controlla l’Inter, nonché il veicolo dato in pegno nell’operazione: se la proprietà cinese non ripagasse il finanziamento, Oaktree prenderebbe in mano quindi Grand Tower, in una struttura dell’operazione simile a quella realizzata per il Milan tra Yonghong Li e il fondo Elliott per il Milan. (Calcio & Finanza)

Dalla carte emerge anche un’altra verità: non solo le quote di Suning, ma anche quelle di Lione Rock sono in pegno ad Oaktree.

Nel dettaglio, il 31,05% delle quote del club nerazzurro, detenuto da LionRock tramite la holding italiana International Sports Capital, è stato dato in pegno alla società lussemburghese OCM Luxembourg Sunshine SARL, partecipata a sua volta da quattro holding lussemburghesi. (Calcio & Finanza)

Il mercato estivo: il nodo bond pesa parecchio

Questo riguarda strettamente la proprietà. Ma per l’Inter, cosa cambierebbe? I tifosi vogliono risposte dal mercato estivo. Quello che è evidente è che Zhang ha chiesto alla dirigenza di tagliare ancora il costo degli stipendi di almeno il 10% e in caso riuscire a vendere un big, ma non è una necessità al momento, solo in caso di grossa e irrinunciabile offerta. Certo è che con poco margine di manovra, dettata dalla liquidità limitata (ricordate il bond? Ebbene, gli interessi del 6,7% costano all’Inter come un buon giocatore, 29 mln all’anno) difficilmente si vedranno acquisti eclatanti se non esce qualcuno. Si chiamano autofinanziamento (grandi sponsorizzazioni in vista e introiti da stadio) e player trading i nostri più grandi amici del futuro, a meno che il presidente non sia capace di liberarsi dal giogo dei prestiti e dei debiti e ritornare a muoversi come in pre-pandemia.

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