Bellinazzo: “Zhang, vicenda paradossale. La questione è molto più complessa”

Marco Bellinazzo ha parlato a Radio Nerazzurra. “Vicenda paradossale, nel momento in cui si contesta una delibera in cui la società presieduta da Zhang non corrisponde stipendio al presidente e si vuole che venga corrisposto per poterlo aggredire, come se questo potesse colmare il debito in via di accertamento. La questione è molto più complessa, funzionale a creare un danno di immagine a Steven Zhang all’interno di partite molto più complesse che riguardano gli equilibri della politica e della finanza cinese. Il problema è che l’Inter sta finendo dentro questi ingranaggi e non è più accettabile che questo avvenga in maniera così prolungata”.

Le parole di Bellinazzo

“Dobbiamo sottolineare che Suning ha avuto molte difficoltà legate al crollo dell’economica cinese, è stata aiutata dal governo cinese con l’intervento azionario di altri colossi nazionali. Comunque, il gruppo fattura decine di miliardi di dollari, è un colosso e non avrebbe problemi a spendere per l’Inter magari non le cifre dei primi anni ma una somma tale da sostenerla in modo adeguato. La politica cinese però impedisce questi investimenti, nella prossima assemblea del Partito Comunista saranno date nuove direttive e molto probabilmente sarà confermato il divieto di investire in club di calcio all’estero puntando tutto sul calcio locale. In tutto questo c’è una scelta politica che riguarda Suning”.

Le parole di Ranocchia

Andrea Ranocchia, dopo aver annunciato il suo ritiro, ha parlato alla Gazzetta dello Sport. “Sono un po’ frastornato. Devo rimettere insieme i pezzi. Non c’è stato un singolo episodio scatenante. Da aprile, complici anche una serie di questioni private, ho iniziato a sentire meno entusiasmo per il calcio. Ho sperato fosse solo un momento. All’Inter stavo bene con tutti. “Il mio contratto con l’Inter scadeva a giugno, Piero (Ausilio) mi ha spiegato che dovevano fare tutta una serie di valutazioni. Io volevo giocare di più, ed è arrivato il Monza. Progetto serio, portato avanti da dirigenti che hanno già vinto, la possibilità di non cambiare casa anche ai figli (Lorenzo, 4 anni, e Adele Luna, 2) e di far crescere i giovani. Ho accettato. Ma durante il ritiro ho faticato molto. Scoprire che quel fuoco per il calcio che mi ha acceso per 30 anni non tornava è stato tremendo”.

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