Moratti all’Università di Urbino. “Presidente, io sono juventino, gliela fa una videochiamata a mio padre interista?”

«Presidente, io sono juventino ma mio padre è interista sfegatato: gliela fa una videochiamata?» chiede un ragazzino, sul lungomare di Pesaro, fuori dal Grand Hotel Excelsior. Massimo Moratti sorride e prende il telefono: «Buonasera, il piacere è tutto mio…» ripete. Roba da stropicciarsi gli occhi. Dentro il Sigillo d’Ateneo conferito dall’Università di Urbino all’ex patron dell’Inter c’è un triplete tutto pesarese: Urbino («Voglio tornare a vedere il Palazzo Ducale»), Pesaro (dove ha soggiornato con la moglie Milly) incontrando Emanuela Saveria Greco, prefetto e perfetta padrona di casa, e Franco Arceci (il sindaco Ricci l’ha raggiunto a Urbino) e Acqualagna, terra di Mattei e del tartufo, con un blitz al Furlo tra natura e storia. Moratti è stato conquistato dalla bellezza e accoglienza della nostra provincia. Merito di un regista speciale: l’ex assessore a Urbino e Gradara, Andrea De Crescentini, amico di famiglia dei Moratti («Lui e sua moglie sono persone di grandissimo spessore, mi ricordano un nostro amico comune, Elio Fiorucci: sono felice per i Moratti e per questa occasione di far conoscere la nostra terra e promuoverla in vista di Pesaro 2024»). Sotto la sua guida ne è nato così un tour ricco di umanità e retroscena (con l’immancabile sigaretta fumata, dopo la cerimonia, con vista skyline di Urbino) che confermano, anche nelle piccole cose, la generosità personale, professionale, sportiva e sociale di Moratti che, il giorno dopo il Sigillo, ha personalmente telefonato a tutti per ringraziare.

«Mio padre mi ha insegnato a essere umile e ricambiare. Il calcio, invece, ad avere pazienza» aveva rivelato. Così ha chiamato anche Piergiorgio Marini, fondatore di Acqualagna Tartufi e titolare della Braceria Plinc, ristorante gioiello, dove ha pranzato con il rettore Calcagnini, il sindaco Lisi e l’assessore Pretelli, il governatore Acquaroli e una nutrita torcida nerazzurra, compresi due tifosi storici che, con le lacrime agli occhi, lo hanno ripetutamente baciato sulla guancia. Ha voluto ringraziare Acqualagna che lo ha omaggiato con uno striscione di 20 metri che ritraeva tutti i trofei vinti dalla sua Inter e la scritta “Grazie Presidente!”. Del resto da piazza Mattei fino al ristorante, tra selfie e autografi, era stato un unico coro: «C’è solo un Presidente».

«Per me è stato come vincere un triplete – racconta ancora incredulo Marini, insieme ad Emanuela e al figlio Filippo -. Il presidente è rimasto molto colpito dal nostro uovo cotto a bassa temperatura e fritto adagiato su un letto di fonduta di parmigiano e pasta kataifi, guarnito con lamelle di tartufo nero estivo. Il piatto esprime il suo massimo in autunno con il tartufo bianco di Acqualagna, sono già d’accordo di riproporglielo a casa sua a Milano». O magari ad Acqualagna in occasione della Fiera.
(FONTE: CORRIERE ADRIATICO)

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