La partita contro il Napoli ha certificato, fra i molti aspetti già ampiamente analizzati, che Lautaro Martinez è in una forma di (dis)grazia. Il capitano nerazzurro, così come il suo compagno di reparto Thuram, non ha certamente brillato. E se a far notizia è la sua discontinuità realizzativa, quello che è più celato agli occhi di molti è che il bomber argentino è di poco al di sotto del trend della scorsa stagione.
LAUTARO, I DATI CHE RINCUORANO I NERAZZURRI
Il fiuto del gol non gli è mai mancato. Reduce da un tour de force eclatante fra gli ultimi impegni in campionato per raggiungere la seconda stella, quelli con la sua Argentina, il rientro anticipato dalle vacanze e poi subito preparazione e di nuovo in campo. Insomma, Lautaro era già stanco ancor prima di iniziare. Ma possibile dopo 11 partite di campionato non abbia ancora recuperato la condizione? Per fare un’analisi approfondita bisogna affidarsi i numeri.
A questo punto della stagione Lautaro ha disputato 11 partite in Serie A realizzando 5 gol (il quinto a San Siro contro il Venezia, dopo 8 mesi a digiuno dai gol in casa!) e 2 assist. Lo scorso anno alla stessa giornata aveva già realizzato 12 gol e 2 assist, con ben due doppiette (Monza e Fiorentina alla prima e terza di campionato) e calando il poker contro la Salernitana. Considerando questo un evento del tutto eccezionale per un giocatore (che potrebbe comunque avverarsi nelle prossime gare), l’argentino è di poco al di sotto dello scorso anno.

Anche per quanto riguarda il rapporto tiri in porta/gol siamo del tutto in linea con la passata stagione: nel 2023/24 24 reti su 47 tiri nello specchio (109 totali), mentre quest’anno già 5 reti su 12 tiri in porta (32 totali). Altra statistica sottovalutata è quella relativa ai passaggi chiave. Secondo il modello elaborato da Kickest, difatti, l’argentino è stato fra i più attivi in Serie A nelle prime giornate. Contro Milan (5° giornata), Udinese (6° giornata), Roma (8° giornata) e Juventus (9° giornata) Lautaro ha collezionato 3 passaggi chiave, con la Juventus “solo” due. Mentre nella scorsa stagione il suo rendimento nelle prime era totalmente differente: più gol, certamente, ma meno partecipe alla manovra nerazzurra.
Anche in Champions le statistiche confortano i nerazzurri. Ad oggi il capitano ha realizzato un solo gol (ma anche un assist) contro la Stella Rossa su un totale di 4 partite disputate. Lo scorso anno, invece, nelle 8 partite giocate solo 2 gol e nessun assist. A riprova che il giocatore è in linea con gli standard di sempre, solamente un po’ sottotono. E allora…
LAUTARO, L’ATTACCANTE PERSO, PERDUTO O DISPERSO?
Niente da dire: Lautaro Martinez sta giocando male e segnando poco. Ma abbiamo visto come seppur giocando decisamente sotto le sue aspettative, passa inosservato il suo ruolo nascosto di cucitore del gioco, andando a lavorare spesso palloni sporchi che poi aprono a scenari importanti. Il gol non sta arrivando e per un attaccante è la cosa più sofferta, ma non si deve condannare il suo apporto realizzativo quando il suo ruolo da capitano e di riferimento in campo sono eseguiti magistralmente. Manca quella lucidità nel crearsi le occasioni e quella grinta nel liberarsi dell’uomo che lo hanno consacrato uno degli attaccanti più forti del pianeta. Le critiche ci devono essere, perché è innegabile la sua stagione sia altalenante, ma Lautaro non è né disperso né perso, ma solo perduto. E una cosa perduta la si può sempre ritrovare. […ch’io perdei la speranza dell’altezza, Dante, Inferno, I, 54]
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