Il Milan chiude una stagione in chiaroscuro, che pare sia stata costruita attorno a un solo grande obiettivo: battere l’Inter. E sebbene nei cinque derby disputati tra campionato, Supercoppa e Coppa Italia i rossoneri abbiano ritrovato orgoglio e intensità, la sconfitta contro il Bologna ha evidenziato i limiti di una strategia che si è rivelata, nel lungo periodo, miope e insufficiente.
Le sei sconfitte consecutive nelle stracittadine tra il 2023 e la passata gestione hanno lasciato il segno, trasformando i derby in una vera e propria ossessione. Che l’input sia arrivato dalla società o sia stato frutto della volontà di alcuni senatori dello spogliatoio – su tutti Theo Hernandez, Leao e Maignan, notoriamente poco inclini a digerire le sconfitte contro i cugini – poco importa. Il risultato è stato un Milan capace di esaltarsi solo nelle partite contro l’Inter, come sottolineato anche da Reijnders, che qualche settimana fa aveva orgogliosamente dichiarato: “Milano è tornata rossonera”.

Ma davvero una manciata di prestazioni convincenti nei derby può bastare a salvare un’intera stagione? Fermo restando che uno scudetto in faccia rimarrà per il popolo milanista una ferita indelebile, guardando il percorso dei nerazzurri, solidi e vincenti su più fronti, la risposta pare ovvia. Il Milan ha dato il meglio di sé solo in determinati appuntamenti, mancando di continuità nel resto del campionato e nelle coppe. Una strategia emotiva, forse, ma poco funzionale ai veri obiettivi stagionali. La domanda resta: ne è valsa la pena? Per il cuore dei tifosi, forse. Per il bilancio sportivo, decisamente no.
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