Il caso Osimhen, che aveva tenuto col fiato sospeso i tifosi del Napoli e alimentato speculazioni su una possibile penalizzazione, sembra definitivamente chiuso. Come vi abbiamo raccontato, l’indagine riguardava presunte plusvalenze fittizie legate all’acquisto dell’attaccante nigeriano Victor Osimhen (ora al Galatasaray), per cui la Procura di Roma aveva chiesto il rinvio a giudizio del presidente Aurelio De Laurentiis e del club partenopeo per falso in bilancio.
I 30 giorni che hanno salvato il Napoli
Nonostante l’assoluzione già ottenuta nel 2022, si era ipotizzato che nuovi elementi emersi potessero portare alla riapertura del processo sportivo, come previsto dall’art. 63 del Codice di Giustizia Sportiva (CGS). In base a tale norma, il Procuratore Federale Giuseppe Chinè avrebbe avuto 30 giorni per chiedere la revoca della sentenza di proscioglimento, a partire dalla ricezione degli atti penali – che, secondo le fonti, sarebbero arrivati entro il 9 aprile 2025. Il termine ultimo per agire era quindi il 9 maggio.
Tuttavia, come riporta l’avvocato La Francesca, nessuna richiesta di revocazione è stata presentata entro quella data e nessun comunicato ufficiale è apparso sul sito della FIGC, a differenza di quanto accaduto nel noto “caso Juventus” (inchiesta Prisma), dove la riapertura del processo fu annunciata pubblicamente.
Questo silenzio conferma, con ogni probabilità, che la Procura Federale non ha trovato elementi nuovi e rilevanti tali da giustificare una riapertura del procedimento. Di conseguenza, il Napoli non rischia alcuna penalizzazione in classifica e il suo cammino in campionato resterà deciso solo dai risultati sul campo.
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