Ieri, dopo il triplice fischio di Daniele Chiffi, su cui taccio, per evitare l’accusa di diffamazione a mezzo stampa, ho avuto la stessa (terribile) sensazione del 5 maggio 2002, quando la Lazio vinse 4-2 contro l’Inter di Hector Cuper, regalando lo scudetto alla Juventus (con Antonio Conte).
Ecco, a distanza di 23 anni, ancora una volta la squadra biancoceleste entrerà negli annali come ‘killer’ del sogno scudetto nerazzurro. Tuttavia, quanto successo ieri sera è la degna conclusione di un campionato gettato alle ortiche.
Infatti, a differenza di quello vinto dal Milan nel 2022, quando la squadra di Pioli si portò a casa tutte le ultime cinque partite dopo il sorpasso seguito alla famosa sconfitta interista di Bologna (con quell’ormai leggendario errore di Radu), il Napoli deve ringraziare San Gennaro per la lunga sequela di errori commessi dai ragazzi di Inzaghi dall’inizio alla fine.
Sinceramente, dopo l’incornata di Dumfries (top player), pensavo solo alla partita di Parma, ero convinto che l’Inter avrebbe fatto di tutto per proteggere il vantaggio, difendendolo con i denti e buttando la palla in tribuna in stile oratorio. E, se fosse finita come sarebbe dovuta finire, a Como ci sarebbe stato il 21° scudetto da cucire sulle maglie. E invece…
Sì, perché il Napoli ha vinto lo scudetto. Inutile sperare. Il Cagliari, battendo 3 -0 il Venezia, ha conquistato la salvezza e, legittimamente, andrà allo stadio Maradona in gita, con la mente scarica, godendosi la festa dei tifosi partenopei. Non credo assolutamente che Antonio Conte possa lasciarsi sfuggire il quarto scudetto campano, dopo l’ennesimo dono della squadra con cui conquistò quello della pandemia.
Cos’è mancato all’Inter? La cazzimma dell’anno scorso: troppa paura nei momenti nevralgici del campionato. Inoltre, con tutto il bene che voglio ad Arnautovic, la società non ha assicurato a Inzaghi i degni sostituti di Lautaro (epico) e Thuram (essenziale). Con un attacco più completo, la questione scudetto sarebbe stata archiviata già da un pezzo.
Certo, sì: c’è il 31 maggio. Ogni tifoso, dopo la stratosferica vittoria contro il Barcellona, è in modalità countdown con la consapevolezza che o si porta a casa la coppa dalle grandi orecchie oppure penseremo alla stagione 2024/2025 come una delle più massacranti emotivamente, un incubo che ci terrà svegli per molto tempo e che ricorderemo finché avremo l’energia vitale per goderci l’Inter.
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