Tra italiano e albanese cambia poco: da noi si dice “no”, nella lingua di Kristjan Asllani “jo”. Il senso, però, è lo stesso. E il centrocampista nerazzurro sta ripetendolo spesso. La sua priorità è chiara: restare in Italia. Ma le offerte arrivate finora sulla scrivania dell’Inter – rigorosamente dall’estero – non lo convincono. Le ha valutate, ci ha riflettuto, poi ha risposto picche. O meglio: “jo”. E questo sta iniziando a far storcere il naso ai vertici di Viale della Liberazione.
Asllani, la situazione
Il numero 21 dell’Inter rischia di trasformarsi in un piccolo caso di mercato. Marotta e Ausilio puntano a ricavare circa 15 milioni dalla sua cessione, una cifra che per ora nessun club italiano sembra disposto a investire, almeno non per un acquisto a titolo definitivo. Bologna e Fiorentina lo seguono con interesse, ma le avance più concrete sono arrivate da fuori: il Betis, finalista dell’ultima Conference League, si è mosso con decisione, ha incontrato l’agente del giocatore e ha provato ad aprire una trattativa. Ma Asllani ha rifiutato la Liga.
L’Inter vorrebbe evitare formule ibride – prestiti, opzioni, obblighi condizionati – e monetizzare subito. Quei 12-15 milioni servono per reinvestire su altri profili (vedi Leoni). Asllani fa parte del pacchetto cessioni insieme a Buchanan, Esposito e Aleksandar Stankovic (figlio di Dejan), per un obiettivo totale di almeno 40 milioni.
Tra le ipotesi italiane, la Fiorentina resta sullo sfondo. Non solo per questioni tattiche, ma anche sentimentali. Nato in Albania, Asllani è cresciuto tra le colline pisane, a Buti, a un’ora da Firenze. Prima del calcio, serviva ai tavoli nelle sagre di paese. Un passaggio in viola chiuderebbe idealmente un cerchio.
La sua esperienza all’Inter, iniziata nel 2022 dopo un’ottima stagione all’Empoli, sembra al capolinea: 99 presenze in tre anni, ma pochi momenti davvero decisivi. L’ultima annata è stata deludente, soprattutto nei match che contavano di più – come il derby di Coppa Italia, finito con un pesante 3-0. Anche al Mondiale non ha brillato: Chivu gli ha dato fiducia, schierandolo titolare in tutte e quattro le gare, ma la sua prestazione nei quarti contro il Fluminense è stata sottotono. La storia d’amore con l’Inter è (quasi) finita. Manca solo una parola. Questa volta, però, deve essere un “sì”.
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