Dopo settimane di incertezze sul suo futuro, ora è ufficiale: Hakan Calhanoglu resterà all’Inter. Una permanenza tutt’altro che scontata, maturata nel corso di una prima metà d’estate segnata da trattative, voci e confronti. Dalle dichiarazioni di Lautaro Martinez durante la tournée americana ai contatti serrati tra il club nerazzurro e il Galatasaray, passando per vari faccia a faccia che non hanno portato a un addio, bensì a una conferma importante.
Nuovo ruolo alle porte
Con la permanenza definita, ora Cristian Chivu – nuovo tecnico dell’Inter – è chiamato a reinserire l’ex Milan e Bayer Leverkusen al centro del progetto tecnico. Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, l’idea è di riproporre Calhanoglu in una veste più offensiva: non più regista basso, ma trequartista puro, a supporto delle punte.
Un ritorno alle origini per il centrocampista turco, che in passato proprio in quella zona del campo dava il meglio di sé. Se Simone Inzaghi lo aveva arretrato per sfruttarne visione di gioco e precisione nei passaggi, Chivu è pronto a riportarlo più vicino alla porta avversaria.
Il nuovo modulo
L’Inter 2025/26 potrebbe quindi vedere un cambio di assetto tattico: il 3-4-1-2 diventa l’opzione preferita per valorizzare al meglio le qualità di Calhanoglu tra le linee. In quella posizione, il numero 20 avrebbe la libertà di muoversi e orchestrare la manovra offensiva, in un ruolo meno legato alla costruzione dal basso e più votato alla rifinitura.
Intesa ritrovata con Lautaro
Alle sue spalle, presumibilmente, il centrocampo vedrebbe Barella e Mkhitaryan o Frattesi in posizione più arretrata. Proprio Frattesi è destinato ad avere un minutaggio crescente, mentre Mkhitaryan – anche per ragioni anagrafiche – sarà più coinvolto nel turnover. Occhio anche ai nuovi innesti: Sucic e Zielinski sono pronti a ritagliarsi spazio importante.
In avanti, Calhanoglu dovrebbe agire alle spalle di Lautaro e Thuram. Dopo le recenti incomprensioni a mezzo stampa, Calha e il capitano nerazzurro si sarebbero chiariti telefonicamente, riannodando i fili di un’intesa fondamentale per il futuro dell’attacco interista.
Lascia un commento