Le migliori frasi di Peppino Prisco

Peppino Prisco (1921-2001) è stato un celebre avvocato e dirigente sportivo italiano, noto soprattutto come vicepresidente dell’Inter dal 1963 fino alla sua morte. Figura carismatica e spiritosa, è ricordato per la sua fede nerazzurra, l’ironia tagliente e il grande impegno per la squadra milanese.
Ecco una selezione delle migliori frasi e famosi aforismi del grande Avvocato ed ex Vice Presidente dell’Inter Giuseppe “Peppino” Prisco:

Dopo aver stretto la mano a un milanista corro a lavarmela. Dopo averla stretta ad uno juventino, mi conto le dita.

 

A Milano ci sono due squadre: l’Inter e la primavera dell’Inter.

 

Un pronostico per Juventus-Milan di questa sera? Spero perdano entrambe.

 

La Juventus è come una malattia che uno si trascina dall’infanzia. Alla lunga ci si rassegna.

 

L’Inter nacque da una scissione del Milan… Ecco la dimostrazione che si può fare qualcosa di importante partendo da niente!

 

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Vedere Milan-Cavese 1-2 del 1982 in televisione, con i cugini in B è una cosa che fa molto bene a chi è malato.

 

Ho una scaramanzia. La domenica compro la Settimana enigmistica e cerco di risolvere i quesiti della sfinge. Credo che riuscendoci l’Inter poi vinca.

 

L’interista più simpatico? Giacinto Facchetti. Fece un gol al Napoli in mezzo alla nebbia e venne a cercarmi a bordo campo per abbracciarmi. Ci mise tre minuti per trovarmi.

 

Il Milan in B. E per ben due volte: una… a pagamento e una… gratis. Sono dell’idea che una retrocessione cancelli almeno cinque scudetti conquistati e che la vittoria di una Mitropa Cup elimini i residui.

 

Tutti i miei figli sono interisti. Una volta mi hanno chiesto se mio figlio Luigi avesse tifato per il Milan. Ho risposto: “Lui ha gli occhi azzurri ed è chiaro di capelli, mentre io ero scuro e ho gli occhi neri. Se Luigi avesse tifato Milan, avrei chiesto la prova del sangue. Perché a quel punto non mi sarei fidato neanche di mia moglie”.

 

Io sono contro ogni forma di razzismo, ma mia figlia in sposa a un giocatore del Milan non la darei mai.

 

I tifosi interisti non si preoccupino, dopo tanti anni in questa società posso affermare che la serie B non è nel nostro codice genetico.

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L’errore più grande dell’Inter. Cedere Roberto Carlos e non comprare Platini: era già nostro.

 

Lo 0-6 nel derby? Non ricordo. E poi i giornalisti ne inventano sempre tante.

 

Il presidente vorrebbe un 3-0. Io invece nei confronti dei milanisti sono più generoso, mi accontento di una vittoria su autorete allo scadere.

 

La delusione di quest’anno per me sono Milan e Juventus. Vanno troppo forte, sono molto deluso.

 

Il decennio di vittorie milaniste? Stranamente, mi ricordo solo le partite che hanno perso.

 

Ci vorrebbe qualche supposta di pepe di cayenna per rivitalizzare qualcuno dei nostri giocatori.

 

I festini a luci rosse dei giocatori dell’Inter? Non ne so niente, quando escono non mi chiamano mai.

 

Il Milan? Ho forti timori che quest’anno rimarrà in Serie A.

 

A Milano ci sono due squadre: l’Inter e la primavera dell’Inter.

 

(Sul contatto Iuliano-Ronaldo in Juventus-Inter 1-0 del 26 aprile 1998) Il rigore dello juventino su Ronie? Non è furto. Quando c’è la Juve è sempre ricettazione. Gli juventini a volte confessano i furti ma mai la refurtiva.

 

Il mio sogno? L’Inter batte la Juve a tempo scaduto con un gol segnato in fuorigioco o con la mano. Meglio se in fuorigioco e con la mano.

 

Certe volte la gente per strada mi chiede di non parlare solo contro il Milan, ma anche contro la Juventus. E rispondo: «Ben volentieri, ma quando c’è l’occasione. Non posso dire ‘porca Juventus’: sarebbe una cretinata inutile».

 

A Torino voglio un arbitro daltonico.

 

Il Genoa non vuol più incontrare l’Inter a San Siro? Che vada in serie B!

 

(Alla domanda: «Chi tiferà questa sera tra Juventus e Ajax?») Purtroppo ho una nonna di Amsterdam.


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