Inter-Empoli 4-3

Si chiude tra i fuochi d’artificio e sfoggiando la nuova divisa che ci accompagnerà l’anno prossimo (finalmente un ritorno al classico). Nell’ultima gara contro l’ottimo Empoli di Sarri, i nerazzurri fanno bella mostra di sé, nel bene e nel male. Tutte le contraddizioni di quest’anno emergono impietose e se da un lato aumentano i rimpianti per le occasioni sprecate, dall’altro confermano quanto ci sia da lavorare e da ricostruire, specie in quel reparto che più di ogni altro ha mostrato limiti enormi: la difesa. Succede tutto nel secondo tempo, dopo un primo godibile e che evidenzia un gruppo motivato e in salute. Mentre Icardi, coadiuvato da mezza squadra, spaventando l’intera difesa toscana, riusciva a raggiungere in cima alla classifica capocannonieri Toni, Ranocchia e Handanovic cercavano di ricordarci che l’Inter fa paura anche dietro, ma in tutt’altro senso. Complice l’infortunio di Felipe, sostituito dal rientrante Santon, si ricompone ancora una volta la coppia centrale Ranocchia-Juan Jesus e così, sul due a zero, l’Inter regala almeno quattro minuti di follia, permettendo all’Empoli di portarsi sul due a due. Il portiere sembra già da qualche partita lontano con la mente, i centrali continuano a muoversi in preda al panico appena le cose girano storte ed enormi appaiono i cali di concentrazione. Fortunatamente, la voglia di fare bene di Kovacic e Icardi stimola la squadra a reagire e, nonostante tutto, a riprendere la partita. La doppietta di Icardi regala a un Inter da ottavo posto almeno un piccolo traguardo; Palacio chiude in bellezza tra gol e assist e Brozovic segna il suo primo gol in serie A; Mancini fa esordire Dimarco e può finalmente tirare le somme per organizzare e impostare la sua futura Inter; Kovacic se giocasse o avesse giocato sempre così, non sarebbe pedina sacrificabile per fare cassa: errore, a parere di chi vi scrive, venderlo o peggio ancora svenderlo. La partita con l’Empoli, per quello che può valere in un clima oramai già vacanziero, ha comunque evidenziato le potenzialità della squadra, fatto salvo un lavoro certosino da fare sulla fase difensiva e la necessità di inserire in rosa elementi di qualità e di esperienza.

Si chiude dunque questo campionato 2014/2015 senza infamia e senza lode, vissuto tra alti e bassi e spesso mortificante per i tifosi che, nonostante tutto, sono però rimasti comunque vicino alla squadra. Un bonus da non sprecare, reiterando gli errori del recente passato. Non si pretende di arrivare subito al titolo, ma lottare con dignità su tutti i fronti, avendo le potenzialità e le capacità reali per farlo, è il minimo sindacale che ci si aspetti da una squadra dal blasone come quello della nostra Beneamata.  Grazie per averci seguito, nonostante tutto, nelle cronache, spesso grottesche o sconfortanti purtroppo, di un’annata così travagliata. Forza Inter e appuntamento all’anno prossimo!

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