Europa League – Inter-Hapoel Beer Sheva 0-2


Eccovi servita la prima sconfitta in Europa League all’esordio dei gironi e contro un fantastico, modesto, sconosciuto avversario (senza offesa eh). Se l’idea era non discostarsi dal trend del campionato, direi che ci si è riusciti alla perfezione. Partita brutta, a tratti noiosa, priva di grandi emozioni se non per i tifosi ospiti. De Boer cambia parte degli undici, dando spazio a chi ha giocato di meno e, udite udite, riescono a deludere quasi tutti. Brozovic e Biabiany sono evanescenti, a stento ci si accorge di loro. Felipe Melo non va oltre il compitino. L’unico che per una volta non si deve portare la croce addosso è Ranocchia. Eder parte titolare con Palacio e insieme sembrano combinare qualcosa, almeno fino ai sedici metri. Il centravanti della nazionale è però l’unico a rendersi realmente pericoloso in un paio di occasioni. L’Hapoel non è certo avversario indomabile, eppure riesce ad uscire da S. Siro con lo stesso appeal di un Manchester United. Non ci sono novità di alcun tipo nè nel gioco, nè nel risultato, nè nell’uscire dallo stadio sotto una cascata di fischi: tutto nella norma.

Il primo tempo si consuma tra la noia e l’insofferenza per un gioco, quello nerazzurro, che non porta a granchè di niente. L’unico a rendersi pericoloso è Eder con un’azione personale infrantasi sul palo. Certo, se fosse entrata quella palla magari staremmo parlando di un’altra partita, ma con i se e i forse a calcio non si conclude nulla.

Nel secondo tempo dopo scarsi dieci minuti, arriva il vantaggio degli ospiti su uno svarione difensivo, come al solito, andando a spezzare l’inerzia di una gara stantìa. Dopo il gol, sono sempre quelli con la maglia rossa a rendersi più pericolosi, fino raddoppiare con un gol su punizione che Handanovic non vede proprio, pure essendo centrale. Finiscono, sempre gli ospiti, pareggiando anche il conto dei legni con una traversa all’87’. De Boer ci prova ancora una volta a cambiare il corso degli eventi con i cambi, togliendo gli ectoplasmatici Brozovic e Biabiany e buttando nella mischia Banega e Candreva, ma più che dare un po’ di movimento a centrocampo e qualche cross in più non riescono a fare. Icardi entra a un quarto d’ora dalla fine, ma non tocca palla praticamente. La totale incapacità di servire le punte, arrivare al tiro, fare un “dai e vai” in area, etc. etc. non è cambiata di una virgola negli ultimi anni e così anche stasera. Più di dieci angoli battuti e mai un vero pericolo per il portiere israeliano è tutto dire. Arrivare a pensare che si facevano più tiri a porta ai tempi di Mazzarri può dare poi l’idea della oramai pluriennale frustrazione del tifoso nerazzurro.

Se hai una difesa colabrodo e un attacco inesistente, è difficile uscire dalla mediocrità. A De Boer l’arduo compito di risolvere e risollevare la situazione, prima che le cose degenerino.

Handanovic – Salva in più occasioni il risultato, ma sul secondo gol ha qualche responsabilità…

Brozovic – Voleva andare via ed è rimasto? Ah è rimasto… Difficile accorgersene.

De Boer – A titolo informativo, perdere con l’Hapoel non è accettabile, ma si presuppone che lo sappia. Si spera che sappia anche dove mettere le mani per evitare altre figuracce. Perchè ci sta pure a perdere con chiunque, ma non così, non senza fare un tiro a porta, se non per iniziativa personale…

Terza maglia – Difficile capire se è brutta oppure no, se va incontro ai gusti “orientali” o è solo un gioco di colori sbarazzino, di sicuro l’esordio con sconfitta non sarà d’aiuto nel rivederla ancora troppe volte…

Eder – Molto movimento, iniziativa, ma sfortuna e scarsa collaborazione dei compagni non lo aiutano. E’ comunque un piacere vedere un attaccante centrale che tiene palla, scarta, tira a porta e via dicendo. Un rendimento costante lo spingerebbe sempre più su, i gol non ne parliamo proprio.

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