Pescara-Inter 1-2

All’Adriatico di Pescara l’idea è quella di ripartire da zero e fare bottino pieno. Dopo la pausa delle nazionali e con pochi giorni di lavoro vero alle spalle, De Boer appare per certi versi fin troppo ottimista. E’ solo grazie a due episodi, infatti, questa volta favorevoli, che invece di precipitare all’inferno, il neo-mister nerazzurro si ritrova in purgatorio, vista paradiso. La vittoria risicata contro una squadra ben messa in campo, infonde ottimismo per il risultato, ma scarsa fiducia per il gioco visto, per le solite disattenzioni preoccupanti della difesa e per la cronica difficoltà di creare occasioni da gol. La prossima è con la capolista e una sconfitta col Chievo, un pareggio col Palermo e una vittoria come quella di ieri non sono un buon biglietto da visita. Si sono viste cose positive, come il pressing alto, fatto con una certa intelligenza, razionale, praticato per quasi tutta la gara; l’idea di gioco, fatti salvi gli interpreti, come Santon e D’Ambrosio non sempre all’altezza, si intravede; il carattere dell’allenatore che sotto di un gol fa tre cambi in un colpo solo (fuori Medel, Candreva e Perisic per Palacio, Jovetic ed Eder) e rivoluziona la squadra per cercare la vittoria, riuscendoci. Le solite cose negative, dalle disattenzioni banali in difesa, alle palle perse a centrocampo con disinvoltura, fino alle croniche, evidenti, difficoltà a costruire azioni da gol e a segnare stanno ancora lì, come una spada di Damocle, pronte a farci cadere ancora e ancora e ancora. Su queste cose De Boer si giocherà il futuro, se finalmente sarà lui a sciogliere queste oramai ataviche difficoltà.

Il primo tempo è stato di marca nerazzurra. Molto possesso palla, fitta rete di passaggi, Pescara schiacciato nella sua metà campo. Eppure, alla fine dei 45 minuti, la sensazione era che i padroni di casa fossero stati molto più concreti e pungenti e la traversa presa alla mezz’ora era lì a tremare per ricordarcelo. Nel secondo tempo il vantaggio iniziale degli abruzzesi non stupisce quindi più di tanto, più spiacevole che il gol sia figlio dell’errore di Banega a centrocampo e di D’Ambrosio in copertura. Superato lo shock iniziale, che per un attimo fa temere l’ennesimo tracollo, i ragazzi hanno una reazione, finalmente! Riprendono a pressare alti, a lottare su ogni pallone e l’ingresso di Palacio diventa determinante: Icardi può finalmente approfittare dello spazio in più. Il pari è un gran bel gol su torsione di testa, il gol vittoria viene da un errore difensivo avversario e, dopo tanto tempo, ci sta un pizzico di fortuna. Vittoria importante, ma certo non risolutiva. I progressi nel gioco, l’impronta dell’allenatore ci sono e si cominciano a intravedere, ma perdurano ancora i difetti del passato. Non c’è che da aspettare e incrociare le dita.

Handanovic – Migliore in campo. Salva la squadra dalla debacle prima e dopo il gol del vantaggio pescarese, tiene a galla la baracca e si riscatta delle incertezze del recente passato.

Icardi – Da solo non fa la differenza, sotto il profilo tattico, ma se ben supportato può essere devastante. Bisogna trovare la giusta alchimia per farlo rendere al massimo.

De Boer – Rischia tanto, stress ai massimi livelli, ma alla fine riesce a fare bottino pieno. E chissà che non sia veramente un nuovo inizio…

Joao Mario – Esordio difficile, ma si capisce già che c’è tecnica e carattere. Potenzialmente devastante, non riesce a fare la differenza. Una volta trovata la giusta intesa con i compagni sarà un’altra storia.

Banega – Schierato come regista, illumina la scena. Non è immune da errori anche banali, ma è un giocatore di altro livello.

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