Ancora una volta l’Inter si ritrova a fare i conti con decisioni discutibili da parte della Lega Serie A, che sembrano alimentare un copione già visto e mal digerito dal club. L’ultima giornata di campionato, con Napoli-Cagliari e Como-Inter programmate entrambe per venerdì 23 maggio alle 20:45. Ma a far discutere ancora di più è l’eventuale (anche se remota) possibilità di uno spareggio scudetto, fissato a lunedì 26 maggio a Roma invece che a San Siro (come da regolamento), con la motivazione – tutta da verificare – di un rischio ordine pubblico. Una scelta che pare cucita su misura per favorire le esigenze del Napoli, nel silenzio assordante di chi dovrebbe garantire equità.
Non è la prima volta che l’Inter si ritrova penalizzata da decisioni che sfuggono alla logica sportiva. Dopo settimane e settimane segnate da episodi arbitrali poco chiari (pro Napoli e contro Inter), ora anche la programmazione della giornata finale diventa motivo di polemica. In molti ricordano con amarezza le parole di Antonio Conte sui “retropensieri”: allora furono accolte con scetticismo, oggi sembrano trovare nuovi riscontri.
E mentre c’è chi continua a ironizzare parlando di “Marotta League”, la realtà è ben diversa. Se davvero la Lega fosse sotto influenza interista, certi scenari non si ripeterebbero puntualmente. Invece, si continua a vedere una squadra lasciata sola, anche da una parte del suo stesso ambiente. Tanti tifosi preferiscono scaricare le responsabilità su Simone Inzaghi – reo, secondo alcuni, di aver sprecato l’occasione del secondo scudetto in quattro anni – piuttosto che affrontare il vero nodo: un sistema che fatica a garantire trasparenza e rispetto.
L’orgoglio interista però resiste, anche nella delusione. Perché dietro ogni amarezza, resta la consapevolezza di un’identità forte, che nessuna decisione calata dall’alto potrà mai scalfire.
Lascia un commento