Alla vigilia dell’esordio nel nuovo Mondiale per Club a Los Angeles, Cristian Chivu ha tenuto la sua prima conferenza stampa da allenatore dell’Inter. Emozione, senso di appartenenza e ambizione sono stati i temi chiave dell’intervento.
“Essere l’allenatore dell’Inter è un grande onore”, ha esordito Chivu. “Lo sono stato anche nel settore giovanile, ma guidare la prima squadra è un’altra cosa. È una responsabilità che sento fortemente, sin dal primo giorno in cui Ausilio mi portò ad Appiano come giocatore. Sono passati tredici anni, con una sola parentesi a Parma, e l’Inter è diventata parte della mia vita.”
Alla domanda sull’affetto ricevuto dai compagni del Triplete, Chivu ha risposto: “Abbiamo ancora la nostra chat, siamo rimasti amici per la vita. Mi hanno scritto in tanti, anche con messaggi molto personali. Oggi rivedere Maicon è stato emozionante. Sentire la loro vicinanza è una grande spinta.”
Sul piano societario, ha evidenziato la visione del club: “L’Inter ha avuto il coraggio di tornare alle proprie radici. L’interismo è fatto di orgoglio, lealtà e ambizione. Non è solo il mio coraggio ad accettare questa sfida, ma anche quello del club nel portare avanti una visione chiara.”
Guardando alla competizione internazionale: “È un onore essere qui. È una competizione nuova in questo formato, e vogliamo viverla con entusiasmo e determinazione. Daremo il massimo.”
Chivu ha spiegato anche la tempistica del suo arrivo: “Non me lo aspettavo. Avevo in mente di continuare il lavoro a Parma, ma quando è arrivata la chiamata dell’Inter, la prima cosa che ho fatto è stato chiedere il permesso al club. Poi, è stato impossibile dire di no.”
Sul rapporto con Simone Inzaghi, l’allenatore ha raccontato: “L’ho chiamato quando ho saputo che sarebbe andato via. Ci lega un buon rapporto sin dai tempi della Primavera. Dopo quella telefonata, però, non ci siamo più sentiti.”
A proposito dell’eredità della scorsa stagione: “Bisogna ripartire dal percorso fatto. È stata una stagione importante, anche se non si è alzato un trofeo. Eliminare Bayern e Barcellona, essere primi in campionato… tutto questo non può essere dimenticato.” E aggiunge: “Il fallimento non esiste nel calcio. Esiste solo se si smette di provarci, se si cercano scuse. Io non ho visto una squadra alla ricerca di colpevoli.”
Parlando di singoli, ha speso parole significative per Mkhitaryan e il nuovo arrivato Sucic: “Conta la qualità, non l’età. Mkhitaryan è un esempio: si allena e gioca sempre con lo stesso spirito. Se continuerà così, sarà ancora importante per noi.”
Sull’avversario del debutto, il Monterrey: “È una squadra con gioco verticale e qualità. Rispetto per loro, come per tutte le avversarie. Sono tra le migliori 32 al mondo, vorranno fare bene quanto noi.”
Quando gli è stato chiesto cosa potrà dare all’Inter, Chivu ha risposto: “Umanamente, tutto quello che ho. Rispetto, riconoscenza, carattere, senso di appartenenza. Professionalmente, sarà il campo a parlare. Io so solo che darò tutto.”
Infine, ha annunciato il nuovo staff tecnico: “Il mio vice sarà Kolarov. Ci saranno Mario Cecchi e Angelo Palombo come collaboratori. Rapetti e Franchini saranno i preparatori atletici, Spinelli e Orlandoni per i portieri. Sono professionisti di grande valore, siamo pronti.”
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