Inter-Barcellona, che doveva essere principalmente una gara chiave per la qualificazione agli ottavi di Champions, è diventata anche la partita di Simone Inzaghi. Questa sera, infatti, il tecnico si giocherà buona parte del suo futuro in nerazzurro, anche se il match cerchiato in rosso dalla società resta quello di sabato contro il Sassuolo. La Gazzetta dello Sport si sofferma sulla posizione del piacentino.
“C’è Simone Inzaghi al centro dei pensieri, stasera. E c’è un tecnico che contro il Barcellona capirà, in un senso o nell’altro, se il gruppo è con lui. A scanso di equivoci: qui nessuno ragiona su giocatori che remano contro e su ricostruzioni fantasmagoriche di chissà quali litigi che si rincorrono sui social. Qui l’interrogativo chiama in causa una squadra che non ha dato segnali di unione nell’ultimo periodo. Che continua a ripetere gli stessi errori, non correggendo se stessa. Con giocatori che discutono in campo ad ogni passaggio sbagliato del compagno. E con protagonisti che sono lontanissimi dai loro standard di rendimento. Inzaghi è a rischio davvero. Come mai lo è stato. Perché i risultati devono arrivare subito. Ancor prima, deve arrivare la prestazione. Per la prima volta, infatti, non si può escludere un avvicendamento in panchina che in qualche modo avrebbe del clamoroso, ripensando solo al rinnovo del contratto fino al 2024 di quattro mesi fa”.
Il rapporto con Zhang
A giugno, quando Inzaghi ha apposto la sua firma sul prolungamento, il rapporto con tutte le componenti societarie e in particolare con Steven Zhang sembrava idilliaco. Il 21 giugno scorso, il presidente dell’Inter postava la foto su Instagram che lo immortalava con il piacentino fresco di rinnovo e scriveva: “Mister, lavorare con te è un dono per me“. Tanto è cambiato, nel giro di tre mesi e mezzo.
“Niente contrapposizioni plateali, ma qualche mal di pancia sì – scrive la rosea -. A non andare giù al presidente, di recente, la conferenza stampa pre-Roma di Simone e quel messaggio volutamente mirabolante con il quale l’allenatore rivendicava dei meriti anche nei conti della società: ai piani alti è stata vista come un’invasione di campo, anche perché il giorno dopo contro Mou non sono arrivati i tre punti che avrebbero silenziato ogni polemica. Anzi, le parole hanno fatto un giro di 360° e sono tornate pericolosamente indietro: non ciò che serviva in un momento così delicato”. Adesso ogni decisione è possibile, poiché “il rischio di perdere la qualificazione in Champions è diventato reale e Zhang vuole evitarlo, costi quel che costi“.
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