La maturità di Lautaro: dalla rabbia per il cambio alla trasformazione in ultrà dalla panchina


Lautaro Martinez ha vissuto, come tutta l’Inter, una serata sulle montagne russe. Gara difficile per lui, come spesso gli succede quando gioca in coppia con Dzeko, barcamenandosi fra le marcature di De Ligt e Chiellini. Poi, però, il Toro è stato protagonista nell’episodio più importante: il rigore conquistato e poi trasformato da Calhanoglu che ha consentito all’Inter di pareggiare i conti quando l’inerzia sembrava decisamente volgere a favore della Juventus.

Prima arrabbiato, poi capopopolo

La trance agonistica di una partita giocata al cardiopalma gli ha procurato una reazione rabbiosa al momento del cambio deciso da Inzaghi sul finire dei tempi supplementari. Lautaro è stato sostituito da Sanchez e, come fa notare La Gazzetta dello Sport, non l’ha presa bene perché “voleva il gol, voleva mettere il sigillo al secondo titolo stagionale, come già successo in Supercoppa. E avrebbe anche voluto calciarlo quel rigore, ma Calhanoglu aveva già sequestrato il pallone”.

Poi, però, l’argentino ha dimostrato maturità una volta smaltita la delusione, diventando un vero e proprio ultrà in panchina. “Dopo il 3-2 di Perisic, il Toro ha avuto un diverbio a distanza con Pinsoglio e Bernardeschi, nel parapiglia che ha poi portato all’espulsione di Allegri. Ha incitato i compagni come un allenatore, ha invitato i tifosi a lanciare i cori negli ultimi minuti del match. E alla fine è stato tra i più scatenati della festa sotto la Nord. È stato capopopolo, come un anno fa fu Lukaku. E la stagione non è ancora finita…”.

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